“La Bohème e i Bohémiens”, la storia di una comitiva di amici ed una capanna

promo Boheme_Collage

Nel giugno 1891 Giacomo Puccini aveva appena preso dimora con la famiglia sul lago di Massaciuccoli (in provincia di Livorno). Lui, come molti altri artisti soprattutto pittori, attratti dalla bellezza ancora incontaminata della palude, tra falaschi, boschi di pini e battute di caccia, confluirono a Torre del Lago. Presto si creò una comitiva di artisti che elesse una capanna di legno e canna palustre come luogo di ritrovo e taverna, dedicandosi a iniziative ludiche, artistico-musicali e venatorie.

“La Bohème e i Bohémiens” è la storia di questa comitiva, una storia che nasce dal romanzo “Giacomo Puccini intimo” (Ed. Vallecchia 1943) di Guido Marotti (frequentatore dell’allegra brigata, nonché amico e segretario personale di Puccini).

Un racconto, curioso e sorprendente delle vicissitudini del piccolo gruppo di bohémiens artisti, scrittori e pittori – e altri amici “artisti” di caccia e pesca – che, come Puccini, cercavano a Torre del Lago pace e tranquillità per dedicarsi alle loro rispettive muse. Era il 1895 e Puccini stava lavorando ad una nuova opera lirica. Nel tempo libero raggiungeva i suoi amici nella “Capanna di Giovanni”, il ciabattino del luogo, detto dalla brigata “gambe di merlo”. Nella capanna mangiavano, bevevano, chiacchieravano e giocavano a carte, ma non fu per sempre così: Giovanni emigrava in Sudamerica, e il ritrovo cambiò nome…

manifesto data

“La Bohème e i Bohémiens”

Un racconto in musica da “Giacomo Puccini intimo”

di Guido Marotti (Ed. Vallecchia, 1943)

Sabato 23 maggio 2015, ore 19.00 – Galleria Dorica, Corso Garibaldi – Ancona

 

Rosetta Martellini         Regia e voce narrante

Susy Ham                           Mimì

Margherita Hibel                  Musetta

Sineforma Ensemble

Simone Grizi                        Violino

Michele Scipioni                  Clarinetto

Meri Piersanti                  Pianoforte

 

Adattamento testi         Rosetta Martellini, Roberta Mori

Adattamento e arrangiamento musicale Michele Scipioni

INGRESSO LIBERO

Si ringrazia per la collaborazione

Biennale Arteinsieme – Museo Tattile Statale Omero Ancona

Grafica Louise Bull – bulllouise@alice.it

Liceo Artistico “E. Mannucci” Ancona

Museo del Cappello Montappone (FM)

“La Bohème e i Bohémiens”, la storia di una comitiva di amici ed una capanna

“La Bohème e i Bohémiens”, scene di vita a Torre del Lago

Sabato, 23 maggio 2015 – Ore 19.00

Galleria DoricaCorso Garibaldi, Ancona

“La Bohème e i Bohémiens”

La boheme visual - senza fascia

All’interno dell’Happening della Rassegna Biennale Arteinsieme 2015 promossa dal Museo Tattile Statale Omero Ancona, l’Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” insieme all’Associazione Sineforma hanno realizzato un racconto musicale dedicato a Giacomo Puccini.

Sabato 23 maggio alle ore 19.00 presso la Galleria Dorica, Corso Garibaldi – Ancona andrà in scena “La Bohème e i Bohémiens”, un nuovo spettacolo musicale tratto dal libro ”Giacomo Puccini intimo” di Guido Marotti, dedicato al grande maestro di Torre del Lago ed alla sua intramontabile arte.

INGRESSO LIBERO

info: amici.lirica.ancona@gmail.com

“La Bohème e i Bohémiens”, scene di vita a Torre del Lago

Qualche nota a margine di CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI, da Salisburgo su Sky

cavalleria rusticana e pagliacci salisburgo

di Fabio Brisighelli – Fossimo davvero influenti a livello europeo, ci si dovrebbe attivare per promuovere la costituzione di una sezione della Corte dei diritti con riguardo al rispetto della sacralità dell’opera lirica italiana. Il riferimento mirato è ai registi tedeschi che si cimentano più o meno rovinosamente con il nostro melodramma. Come nel caso di tale Philipp Stoelzl che a Salisburgo, nel Festival di Pasqua di questi giorni, ha curato la messinscena dell’accoppiata più celebre del nostro teatro verista in musica: Cavalleria rusticana (di Mascagni) e Pagliacci (di Leoncavallo). Personaggi siffatti si spacciano oltretutto per innovatori, e purtroppo trovano seguaci compiacenti nel pubblico e anche -duole dirlo- in qualche collega della critica. Ho seguito lo spettacolo trasmesso da Sky sul mio televisore superaccessoriato, che certo non è la stessa cosa di una presenza live in teatro, ma che è stato in grado nondimeno di restituirmi visione e ascolto al più alto livello possibile: a cominciare dall’adozione di quell’ allestimento in “cinerama” pensato dal regista in questione sia per l’una che per l’altra opera, e che suddivide l’articolazione del racconto in una serie di riquadri scenici giustapposti pronti ad aprirsi o a chiudersi a seconda dell’evidenza da conferire al particolare passaggio musicale e vocale. Non è questa peraltro la causa del mio rigetto, perché alla fin fine, se supportata dal resto, poteva anche funzionare (una soluzione comunque non nuova, perché già in passato sperimentata da altri, ad esempio dal nostro Ronconi, con ben diversi risultati). E infatti nei Pagliacci, ambientati verosimilmente all’interno di un luna-park, il tutto poteva reggersi. Ma i dolori erano sopraggiunti prima, con la Cavalleria, la cui realizzazione in oggetto ha rappresentato uno dei più grossi fraintendimenti a tutt’oggi mai rilevati. L’ambientazione meridionale, siciliana dell’opera fa notoriamente un tutt’uno con la musica, con la solarità accesa, fremente, appassionata delle note e del canto; con i sentimenti dei personaggi esposti sin dall’inizio a una dolente e quasi fatalistica premonizione dell’esito di morte. Sulla scena del Grosses Festspielhaus di Salisburgo domina invece un nero di fondo in sfumature rigate di bianco legato a una sorta di brumoso villaggio (pre)industriale di ben altra latitudine. Sullo sfondo figurano in filigrana ciminiere e camini di opifici, la moltitudine del villaggio è elegantemente vestita nello stile di una comunità quacchera in uscita festiva, Alfio è un gangster attorniato da “picciotti” di mafia americana, gli stessi che armati si ritrovano a casa di mamma Lucia (la mamma di Turiddu), che certo non veste di nero ma che in tailleur grigio siede (dando di spalla) a una scrivania contando i proventi dei suoi (illeciti?) commerci. Vi figura anche un figlio (già grandicello) della colpa, di Santuzza e di Turiddu: ma allora è proprio vero che quest’ultimo le ha tolto l’onore! E potremmo continuare all’infinito con le “perle” di questa fuorviante lettura scenica che, quel che è peggio, mette in difficoltà la stessa compagnia di canto, già di per sé non irreprensibile (in particolare poco incisivo Anbrogio Maestri come Alfio e poco espressiva il mezzosoprano Liudmyla Monastyrska come Santuzza). Nella seconda compagnia di canto, con una messinscena quanto meno in decente sintonia con la trama – e con la Dresden Staatskapelle guidata da Christian Thielemann in gran spolvero sonoro, ancor più che in Cavalleria – accanto all’incolore Tonio di Dimitri Platanias, spiccava la bella prestazione del soprano Maria Agresta, che ad onta del protagonismo della sua Nedda più defilato rispetto a quello del “pagliaccio” Canio suo consorte, mi è sembrata la più inappuntabile della serata. La tipica bella voce italiana. Last but not least, il “divo” del momento, il tenore Jonas Kaufmann, presente nel doppio allestimento sia nel ruolo di Turiddu, sia nel ruolo di Canio: che ha voce importante e che oggi come oggi è cantante di riferimento sulla scena internazionale. Gran sperimentatore di ruoli, eccelle segnatamente nel repertorio tedesco. (Detto di passaggio, il suo timbro e il suo colore vocale non mi affascinano troppo). Qui offre un’interpretazione di indubbio valore, anche se i due impervi ruoli lo espongono a qualche sforzo.

[ph credit http://goo.gl/NAzlYn ]

Qualche nota a margine di CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI, da Salisburgo su Sky

UN POMERIGGIO A POLLENZA (MC)

14mar foto pollenza

Pollenza, 14 marzo 2015 – L’Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” con sede nella città di Ancona non organizza solamente uscite nei grandi teatri italiani ma periodicamente propone ai propri soci delle visite guidate in paesi e piccoli teatri dell’entroterra marchigiano in quanto ricco in materia di storia e di cultura musicale. Sabato 14 marzo 2015 la nostra Associazione è stata protagonista di un’uscita verso Pollenza, ridente paese del maceratese dove siamo stati accolti con calore. Pollenza si trova su di una collina in mezzo a due valli dove scorrono i fiumi Potenza e Chienti. Il centro storico è raccolto da mura medioevali ben conservate che fanno da cornice ad una bella passeggiata all’interno dell’abitato. La guida della Proloco ci ha mostrato il Museo Civico di Palazzo Cento, residenza signorile del XVI Secolo che accoglie un’interessante Pinacoteca. Si tratta di un luogo molto ricco per le sue ceramiche (fabbricate a Pollenza fra il 1810 e 1905) e i suoi reperti storici (come l’esemplare raccolta di crocefissi) e archeologici. All’interno dello stesso palazzo, abbiamo visitato il Museo della Vespa fra i pochi al mondo ad offrire esemplari unici dello storico mezzo che ha segnato un’epoca. Il museo comprende un archivio sulla Piaggio e sul prodotto più noto del gruppo Pontedera: la mitica Vespa. Ci sono molti modelli in esposizione ma l’unicità del museo deriva dalla raccolta del materiale del Vespa Club Italia. Il Caffè del Teatro, storico locale, ci ha poi accolti con un aperitivo cena, ricco di gustosi affettati ed altro. Abbiamo tutti apprezzato vuotando piatti e calici di vino.

14mar fotopollenza2

La serata è proseguita con una visita al Teatro “Giuseppe Verdi”, il teatro storico di Pollenza che è stato costruito alla fine del XIX Secolo utilizzando parte del convento di S. Francesco. Il progetto fu redatto dall’architetto Aleandri di Sanseverino (lo stesso architetto dello Sferisterio di Macerata) e molto interessante è il soffitto che fu decorato dal Brugnoli (lo stesso artista che ha operato nel Teatro Costanzi di Roma – oggi Teatro dell’Opera). Si presenta con una pianta a ferro di cavallo con due ordini di palchi e loggione a balconata. Il teatro fu inaugurato nel 1883 con il melodramma “La Favorita” di G. Donizetti.

14mar fotopollenza3

A noi Amici della Lirica, il Teatro “Giuseppe Verdi” ha offerto una serata di belle romanze d’opera cantate da un gruppo di artisti, non più giovanissimi, ma con ancora di energia canora di buon livello. Abbiamo concluso la serata commentando in pullman e, facendo ritorno verso Ancona, si pensava già alla prossima uscita che l’Associazione proporrà ai Soci e simpatizzanti che volessero farne parte. (Articolo di Pia Profili)

Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” Ancona amici.lirica.ancona@gmail.com

UN POMERIGGIO A POLLENZA (MC)

Un’amicizia nel segno della musica

valli spaccato pianofortelogo valli
Proprio nel periodo natalizio la nostra Associazione ha ricevuto un regalo speciale: un contratto di sponsorizzazione tecnica con Roberto Valli Pianoforti di Ancona, un’azienda che opera nel settore musicale e che è diventata un’eccellenza delle Marche (e oltre) grazie alla professionalità, la preparazione e alla passione di chi lavora nel suo interno.
Roberto Valli si occupa di vendita e noleggio pianoforti da studio e da concerto, ma principalmente svolge un’attività di alto livello professionale fornendo servizi per concerti a numerosi teatri italiani ed europei. Inoltre realizza recuperi di importanti strumenti storici ad esempio nel 2001 è stato per sua mano il restauro del prestigiosissimo pianoforte Steinway & Sons N. 553 proveniente da una collezione tedesca e probabilmente il primo gran coda costruito dalla Steinway.
Nel 2010 ha ridato vita allo strumento appartenuto a Franz Listz (ora conservato all’Accademia Chigiana di Siena), e nel 2013 ha restaurato il pianoforte che fu di Nino Rota.
Ma quello che interessa a noi amanti della lirica è che nel 2006 è stato chiamato per restaurare il pianoforte Steinway & Sons di Giacomo Puccini, uno strumento del 1900 e che è oggi conservato nel museo “Casa natale del M° Puccini” a Lucca.
Per un anno Roberto Valli Pianoforti sarà nostro partner per i concerti che organizzeremo nella città di Ancona.
Un sostegno tecnico ed economico ma sopratuttto morale.
La presenza amica di chi, come noi, crede nella musica “praticata” ed agisce concretamente per sostenerla e promuoverla nella nostra città.
Siamo grati a Roberto Valli Pianoforti per condividere con noi parte degli obiettivi della nostra Associazione.

Maggiori info: http://www.pianoforti.org/

Un’amicizia nel segno della musica

Chi siamo

logo amici

L’Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” di Ancona è stata fondata nel 1980 da un gruppo di appassionati di teatro musicale. Dedicata al grande tenore anconetano, persegue lo scopo di difendere e diffondere l’opera lirica nel territorio. L’Associazione organizza appuntamenti concertistici in sede o altri spazi della città che richiamano molti appassionati di musica e che portano alla ribalta giovani cantanti esordienti. L’attività degli Amici della Lirica “Franco Corelli” consiste in una variegata gamma di altre proposte: dalla promozione di conferenze per illustrare le opere liriche alle trasferte musicali le quali offrono ai soci l’opportunità di godere dell’opera nei teatri italiani più prestigiosi. Negli ultimi anni, fra i teatri visitati possiamo ricordare: l’Opéra di Parigi, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro dell’Opera di Roma e molti altri. Grazie all’attività dell’Associazione, tutti i soci hanno a disposizione un cartellone di iniziative sempre ricco di appuntamenti di alto valore culturale.

Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” Ancona – amici.lirica.ancona@gmail.com

Chi siamo